Non voglio che mi salvi,
non voglio farti carico dei miei lividi,
affibbiarti la responsabilità della mia pelle viola,
affidarti l'ombra che faccio
ogni volta in cui i miei paesaggi interiori
non sono esposti bene al sole
non ti chiedo di darmi la mano
per riportarmi a riva,
non ti chiedo di fare i conti con il mio abisso,
conosco il mio fondale a memoria
voglio pensarci io
al mio baratro,
so come danzare nel precipizio, come divorare voragini
so come inondarmi di onde bianche,
come sconsigliarmi scogli,
gettato tra gli oceani ho fatto comunella con gli squali,
il mio cuore è un sottomarino
risalgo sempre, prima o poi
anche se investito da alghe
anche se vestito di mare,
affogo di me ma poi risalgo,
risalgo sempre
non devo essere salvato
ma custodiscimi se puoi,
non cerco riparo
ma tu conservami comunque,
non c'è bisogno di difendermi
ma proteggimi se hai coraggio
incontriamoci interi
e facciamo a pezzi il resto.
[Gio Evan]